La Linea corre veloce, si attorciglia su se
stessa, si avvicina e si allontana, si incrocia
e si allunga come iL filo di una matassa.
A qualche anno di distanza dai suoi
esordi, riscopriamo la scultura di
Moreno Caimi più matura e
consapevole dei propri mezzi
espressivi. Le opere hanno
definitivamente intrapreso la strada
dell’esplorazione dell’anima, alla
quale è dedicata sin dal titolo
l’intera mostra.
A partire dai primi lavori artistici (i grovigli, in tutte le loro
declinazioni), dove era tangibile l’intento di dominare la
materia e renderla forma evocativa, il percorso giunge a
queste nuove realizzazioni, nelle quali forme ben chiare e
rappresentative appaiono come d’incanto, emergendo da
lamiere apparentemente inerti.
Core propone al visitatore un percorso dove il tempo
non è scandito da una serie di eventi tra loro
concatenati, ma da episodi dell’anima.
Il cuore come perimetro espressivo che contiene, senza
soluzione di continuità, dolore, rabbia, ferite, violenza.
Ma non rinuncia alla passione, alla carnalità. E alla fine
trova la propria massima espressione uscendo da sé
stesso, liberandosi.
Quando rincorriamo la felicità,
sembra volerci dire l’artista, due ali
possono bastare per raggiungerla.
La materia ferrosa, in contrap-
posizione alla propria reale natura,
risulta a questo punto leggera,
quasi impercettibile.
E se a una musa ispiratrice dobbiamo ascrivere l’intera produzione esposta,
questa non può che essere la vita stessa, da cui Caimi trae ispirazione sapendo
interpretare i sentimenti umani senza nascondersi, esplorando le sue e le nostre
paure e cercando le possibili vie di uscita. (m.a.)